Qualche prestazione un po’ così, qualche calo imprevisto, qualche affanno di troppo. Soprattutto negli ultimi mesi, maggiormente nel mese di gennaio. Ma Elseid Hysaj, pur dovendo confrontarsi con una certa flessione, a tratti molto evidente, non ha mai deposto le armi. Ha stretto i denti, ha continuato ad allenarsi con inalterata applicazione, sino a che il vento non è tornato a soffiare a suo favore. Per un po’ era andato a corrente alternata, collezionando peraltro due squalifiche nel giro d’un paio di settimane (Genoa in campionato e Juve in Coppa Italia), ritrovandosi in difficoltà probabilmente per la prima volta dal suo arrivo a Napoli (3 agosto 2015).
L’IMPASSE. Di certo non l’Hysaj della prima annata, quella del ricongiungimento col tecnico che l’aveva già in parte forgiato, indiscutibilmente un Hysaj in generale meno reattivo del solito. Vuoi nel difendere (apparso soprattutto meno scattante del consueto) che nelle specialità della casa: l’affondo con cross o anche la velocità nello scambio con l’esterno offensivo o la mezzala. Qualche svarione di troppo, qualche diagonale tardiva, qualche metro di troppo concesso all’avversario di turno: intempestivo ad esempio su Nestorovski, lasciato libero di segnare un gol pesante col Palermo a fine gennaio. Ma anche più di recente s’era ritrovato in difficoltà, anche in quel pomeriggio da dimenticare contro l’Atalanta, sempre al San Paolo. Allorché Spinazzola fu una spina costante nel suo fianco, tanto che verso la fine del match si dovette correre ai ripari inserendo Maggio.
IL BAVAGLIO. Il tutto già sembra acqua passata, poiché pare che l’albanese abbia ritrovato gamba e verve. Una convinzione scaturente dal fatto che già una settimana fa, l’appena ventitreenne, era riuscito a mettere il bavaglio ad un certo Cristiano Ronaldo (un po’ meno all’andata del Bernabeu, quando dalla sua parte imperversò soprattutto Marcelo). E vuoi che non ci tenesse il più volte Pallone d’Oro a far bella figura in una cornice del genere? Ma non gli è andata di lusso con un Elseid stavolta ripresentatosi nella sua migliore versione. Dopo il Real il Crotone e nell’occasione più recente la Freccia di Scutari ha offerto una prestazione più che discreta, tornando a calcare la sua fascia con l’esuberanza che gli è tipica (solo qualche veniale distrazione). Dando in maggior misura la sensazione di aver ritrovato non solo la brillantezza ch’era un po’ venuta a mancare, ma con essa anche la determinazione che lo contraddistingue da quando veste l’azzurro.
L’EXPLOIT. Davvero da incorniciare la prima stagione napoletana dell’ex Empoli. Contrassegnata da 43 presenze (peccato per la casella dei gol vuota), da un Europeo super con l’Albania e rarissimi vuoti di memoria. Archiviata ed etichettata con un “very good” per impegno e qualità di gioco. Che riuscisse ad inserirsi subito nella nuova realtà ed in primis negli schemi del tecnico ritrovato, non v’era dubbio alcuno. Tanto che lo stesso Sarri lo aveva piazzato ad inizio della scorsa annata sull’out sinistro (con Maggio a destra), salvo poi riportarlo sulla sua corsia.
IL RISCATTO. Insomma, una stagione col vento in poppa, un inizio dell’attuale sullo stesso standard ma poi, dopo il rinnovo (fino al 2021, con opzione al 2022 e ratifica con tweet presidenziale) e la sosta natalizia, qualche pausa di troppo. Distratto da “sirene” estere? Sovraccarico per essere entrato prepotentemente nel club degli stakanovisti? Ancora troppo inesperto per scongiurare prolungati cali di concentrazione? Forse un pot-pourri, un po’ di tutto potrebbe aver generato un passeggero black out. Ma giusto per un momento, perché l’ultimissimo Hysaj è d’altronde quello che conoscevamo bene.
Fonte: Corrsport