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Corriere dello Sport – Mario Rui, l’altra freccia a sinistra del Napoli

E’ già tornato Ghoulam, ma la sua era stata una presa di contatto superficiale, visto che ha respirato solo aria di panchina nelle ultime tre di campionato. Ma stavolta l’algerino, padrone assoluto della fascia sinistra prima del doppio infortunio, non sarà solo. Dovrà anzi guardarsi da un Mario Rui buttato in mischia all’improvviso ma capace, nonostante tutto, di farsi valere e benvolere. Perché il portoghese è riuscito, oltre ogni previsione, a sconfessare i più scettici. Ad essere protagonista d’una vera e propria escalation, soprattutto nell’ultima parte della stagione. A partire dagli inizi di novembre, è riuscito ad effettuare un inserimento lampo in quei particolari schemi che già conosceva (per averli appresi nel corso del biennio vissuto ad Empoli con Sarri), ma che s’è ritrovato improvvisamente a dover applicare pur non avendo la necessaria autonomia. Non avendo potuto completare l’adeguato rodaggio dopo l’infortunio risalente al luglio del 2016 (seria lesione al crociato).

CHE GRINTA! Eppure, armato di buona volontà, animato da sorprendente “garra”, Mario Rui è riuscito a diventare sempre più convincente: non perdendosi mai d’animo, anche quando il vento pareva girare decisamente a sfavore. Non è stato affatto un percorso comodo, non sono in effetti mancati momenti d’impasse nell’ambito di quei 2300 minuti in campo, ma il bilancio finale può ritenersi ampiamente positivo. Il portoghese non solo è riuscito a scongiurare scompensi derivanti dall’improvvisa emergenza sulla sua fascia, ma è stato capace di chiudere l’annata (impreziosita da 2 bei gol e 4 assist) in un esaltante crescendo. Fatto sta che, alla luce di ciò che s’è visto in campo, è arrivata l’insperata chiamata in nazionale da parte di Fernando Santos, ct del Portogallo che in realtà non l’aveva mai perso di vista, sin dal momento del suo effettivo rientro. Una bella storia, non c’è che dire. Da inoperosa riserva di Ghoulam, dopo un’annata tormentata in giallorosso (solo 740 minuti), non perdendo mai la bussola è riuscito a ritrovare tutto ciò che pareva perso, nazionale compresa. Pianti e salti di gioia alla notizia della convocazione, e sono arrivati subito i primi 50 minuti in campo nell’amichevole con la Tunisia (2-2), sei giorni fa. Ieri sera, in campo contro il Belgio nei minuti finali.

Fonte – Corriere dello Sport