Sei gol, ventitre presenze, ma appena sedici da titolare: il campionato di Alfredo Donnarumma può definirsi fin qui grigio ed anonimo. Nelle ultime sette partite l’attaccante ha giocato solo una volta nell’undici iniziale ed in quattro occasioni non è proprio entrato in campo. Chissà che lunedì prossimo, contro il Latina, Bollini non punti su di lui riproponendo all’Arechi il trio che ad inizio stagione avrebbe dovuto spaccare il campionato ovvero Rosina, Coda ed appunto Donnarumma. L’anno scorso di questi tempi l’ex Teramo aveva segnato dieci gol. Ad oggi, quindi, il suo campionato è sicuramente peggiore di quello precedente. Eppure Donnarumma ha talento, temperamento ed ama il suo lavoro. Ma è come se a Salerno non fosse mai scattata la scintilla. La scorsa estate, proprio dopo l’ottima stagione conclusa con tredici gol all’attivo, il calciatore di Torre Annunziata fu al centro di una serie di trattative di mercato: Foggia, Chievo e Palermo si fecero avanti anche con offerte importanti, ma evidentemente non abbastanza da soddisfare le richieste della Salernitana. Dal sogno della possibile serie A, quindi, ad un campionato vissuto dietro le quinte per motivi tattici, fisici ma anche di gestione complessiva. Donnarumma, il cui contratto scadrà tra un anno, ha sperato a lungo nel rinnovo facendo leva anche sul trattamento riservato a Coda. Ma il rinnovo non c’è mai stato ed ormai è chiaro che a fine stagione il giocatore chiederà di essere ceduto. «Non rinnoveremo il contratto, non abbiamo alcuna intenzione di farlo», ha detto tre settimane fa il suo agente, Mario Giuffredi. Se, però, Donnarumma vorrà trovare buoni pretendenti in B, dovrà provare a sfruttare al meglio le ultime partite di questo torneo. Ed una potrebbe essere proprio quella di lunedì, sempre che Bollini decida davvero di mandarlo in campo.
MODULO. Ma perché Donnarumma non ha mai dimostrato a Salerno tutto il suo valore? La scorsa stagione, con Torrente in panchina, si parlò di motivi tattici: il 4-3-3 non esaltava le sue caratteristiche. Le cose andarono meglio con Menichini, che infatti lo fece giocare spesso in un attacco a due. Quest’anno, in verità, la Salernitana ha giocato sia col 3-5-2 (con Sannino e poi inizialmente anche con Bollini) sia col 4-3-3, ma Donnarumma non è riuscito a trovare la continuità di rendimento, alternando il campo alla panchina. I sei gol realizzati sono la naturale conseguenza di questa situazione. E’ come se il calciatore non avesse mai avvertito intorno a sé la piena fiducia. E quando ne ha avuto l’opportunità non è riuscito a guadagnarsela.
Fonte: Corriere dello Sport