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Di Tacchio: “Non ci siamo posti obiettivi ma possiamo crescere tanto e essere più incisivi in zona gol”

È il bomber granata, anche se in campo fa tutt’altro. Lui è Francesco Di Tacchio, centrocampista di quantità e sostanza. Ma non solo, evidentemente. L’ex Avellino, infatti, ha segnato due gol in queste prime sette giornate di campionato ed è il miglior marcatore della Salernitana. Per ora, ovviamente. Gli attaccanti stentano e allora già in due circostanze ci ha pensato Di Tacchio, infilando Merelli del Padova con un sinistro al volo dalla distanza e poi Perucchini dell’Ascoli. In carriera mai si era spinto oltre un gol a stagione.

Meglio di così, Di Tacchio, non si poteva cominciare.
«Sinceramente non immaginavo questo inizio di stagione. Ma ciò che conta è il risultato della squadra. Per ora il campionato è iniziato bene: dobbiamo migliorare, ma la strada è quella giusta».

Quel sinistro al volo contro il Padova è roba da fuoriclasse.
«Era una situazione preparata in allenamento. Sono stato bravo a tenere la palla bassa ed è venuto fuori un bel gol».

Ogni tanto lo riguarda, magari sullo smartphone?
«Quando voglio tirami su col morale, lo guardo volentieri».

Dieci punti in sette partite. Se la sente di fare un primo bilancio?
«In questo gruppo sono arrivati tanti giocatori nuovi e quindi abbiamo dovuto conoscerci. Più passerà il tempo e più verranno fuori le qualità della Salernitana. Noi non ci siamo posti degli obiettivi. Abbiamo la consapevolezza di essere una buona squadra, anche se indubbiamente possiamo crescere tanto anche sotto l’aspetto realizzativo. Ma subire pochi gol è già una base da cui partire: ne subiamo qualcuno di troppo su palla inattiva, ma è difficile superarci a difesa schierata. Dobbiamo lavorare su queste certezze e migliorare in fase realizzativa, aspettando che si sblocchi Djuric, che tuttavia fa un grande lavoro per la squadra».

Nel frattempo, ci pensa lei.
«Devo concentrarmi su altre cose, sul mio ruolo. Il gol ovviamente non è una mia priorità. Devo prendere, ad esempio, qualche ammonizione in meno, a volte sono troppo irruente».

A Cremona, nel primo tempo lei era troppo basso. Poi nella ripresa abbiamo visto una Salernitana più propositiva. Perché?
«Avremmo dovuto pressarli nella loro metà campo, ma ci hanno messo un po’ in difficoltà nel primo tempo e faticavamo ad uscire. Per quanto mi riguarda, avrei dovuto accorciare sul loro mediano basso e non l’ho fatto con le distanze giuste nella prima frazione».

Anche l’arbitro ci ha messo del suo.
«Diciamo, che tanti episodi dubbi erano spesso a favore della Cremonese».

Poi, però, l’ha graziata perché forse c’era il secondo giallo.
«Non volevo colpire l’avversario col braccio, ho solo cercato di evitare che mi anticipasse».

Generosità, grinta, sacrificio. Un po’ come Rino Gattuso, che lei ha avuto nelle due stagioni a Pisa, centrando anche la promozione in B.
«Il mister mi ha dato tanto e mi ha fatto crescere sotto vari aspetti, è una grande persona. Quando sono venuto a Salerno, mi ha parlato subito di questa piazza e mi ha fatto capire cosa significhi giocare qui. Lui conosce i calciatori dalla C alla A, ama il calcio ed è sempre aggiornato su tutto».

Cosa vuol dire essere circondato da tanti ragazzini al supermercato per una foto?
«È motivo di orgoglio. L’ho fatto anch’io quando da piccolo incontravo un calciatore. Anzi, confesso: l’ho fatto di recente con Maldini».

La Serie A?
«Si, è un mio pensiero. Ogni calciatore, ogni bambino quando inizia a giocare a pallone ha come obiettivo la serie A. Io ancora non ci sono riuscito e spero di arrivarci proprio con la Salernitana».