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Il Mattino – Mario Rui cancella le ombre: è il nuovo padrone della fascia

Non è Ghoulam, non è Roberto Carlos, non è Marcelo, è semplicemente Mario Rui, uno dei bassotti del Napoli (1,68), pendolare sulla fascia sinistra, un volto anonimo e la virgola di un capello sulla fronte (come Macario). Un tracagnotto più che un brevilineo.
L’infortunio di Ghoulam gli ha consegnato la corsia sinistra del Napoli. Ieri, contro il Bologna, ha fatto 13 (10 partite di campionato, una in Coppa Italia, due in Champions). Ed è stato tra gli azzurri che hanno giocato più palloni (49, nel primo tempo 23 compreso il cross sull’autogol di Mbaye).
Il Napoli ha giocato molto sulla fascia mancina e Mario Rui è stato puntuale nei tocchi, nelle sovrapposizioni, nei contrasti. In fase difensiva ha fermato Palacio, quando il vecchio (36 anni) e irriducibile argentino di Bahia Blanca si è allargato nel primo tempo, poi ha preso il sopravvento su Krejci e Di Francesco, i bolognesi che hanno frequentato il suo lato nella ripresa. Non ci sono note sul taccuino per i due di Donadoni, ci sono ripetute annotazioni per i palloni giocati da Mario Rui.
Una partita concreta e attenta. Mario Rui sembra recuperato. Lontano l’infortunio di Boston quando riportò la lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Era il 30 luglio 2016. Giocava con la Roma. Dalla Roma è giunto quest’anno al Napoli, 2 milioni per il prestito, 9 per il riscatto.
Col Napoli sotto di un gol dopo 22 secondi, è andato a calciare un corner. Battuta breve, Insigne gli ha restituito la palla e Mario Rui ha messo dentro il cross sul quale, dopo Palacio, Mbaye (decisivo) carambolava la palla in rete scavalcando Mirante. Era il pareggio immediato del Napoli per mettere la partita sul verso giusto. Un cross importante e, intanto, Mario Rui è capace di battere corner tagliati che mettono in difficoltà i portieri perché spesso la palla spiove sotto la traversa.
Pendolare instancabile sulla corsia sinistra, Mario Rui non ha una corsa elegante, non ha la perentorietà di Ghoulam, ma è un eccellente cavallino trottatore. Ha una corsa semplice che non ruba l’occhio, ma è là sempre pronto per proporsi. La giocata è semplice, come la corsa. Non sarà mai da copertina, ma Mario Rui sta bene in partita, dà un contributo di sostanza, è affidabile.
Mario Rui è un portoghese di Simes, in provincia di Setubal dove è nato Mourinho. Dei giocatori portoghesi non ha la suprema qualità del palleggio, ma va sul pratico. Un tocco e via. Non cerca prodezze, non complica la giocata. Per uno che ha cominciato a giocare a Fatima, non si tratta di un mistero, né di un segreto. Mario Rui è un onesto, serio, sicuro operaio del pallone. Non straripa, ma corre. Non spacca le partite, ma è sempre là a proseguire l’azione, a dare il suo contributo di sostanza.
Esemplare nel conoscere i suoi limiti e nel valorizzare le sue virtù da giocatore senza sorprese, efficace. Ha preso un giallo nel finale del match allungando la gamba su Mbaye. Contro la Sampdoria di gialli ne prese due finendo espulso al 77′. Ma Mario Rui, quando difende, non è scorretto, non è falloso.
Il suo rendimento migliora di partita in partita. Non è stato facile. Mario Rui ha lavorato duramente per arrivare a una prestazione soddisfacente, soluzione obbligata per l’infortunio di Ghoulam. L’anno scorso, con la Roma, giocò appena cinque partite. Contro il Bologna, è stata la sua terza, consecutiva partita piena. Aveva già giocato due partite intere, contro la Fiorentina e a Torino contro i granata. In altre tre occasioni è uscito al 66′, al 65′ e al 76′. Prima apparizione in maglia azzurra contro il Cagliari subentrando negli ultimi tre minuti a Ghoulam, un assaggio per riprendere confidenza con le partite.
Intanto, quest’anno, per l’ottava volta il Napoli ha giocato dopo la Juve. Alla vittoria dei bianconeri a Verona contro il Chievo, il Napoli ha risposto con una vittoria. Ventisette volte è successo così. È nota la polemica di Sarri sul dovere giocare dopo la Juve col rischio di soffrirne la pressione se la squadra di Allegri, giocando prima, si mette avanti con una vittoria. Sarà per via degli anticipi previsti per le squadre che giocano in Champions, ma Sarri ha ragione. La Juve gioca costantemente prima del Napoli. In questi tre anni, la Juventus ha giocato 45 volte prima del Napoli (il Napoli 36 volte prima dei bianconeri). Fino alla 29ma giornata, la Juve giocherà ancora prima del Napoli (sette volte) smentendo i dati della Lega in risposta alla polemica di Sarri. Proseguirà così il gioco del gatto col dopo. Ma fin quando il Napoli risponde per le rime e con le vittorie, nessun problema.

FONTE – Il Mattino