Per uno che è nato a Sines, la città di Vasco da Gama, quella di navigare in mare aperto non deve essere la cosa più difficile del mondo. Senza punti di riferimento, ma con una meta, un obiettivo preciso da raggiungere. Nel caso di Mario Rui, nato appunto nella città del navigatore portoghese, quelle passate fino ad oggi sono state settimane in balia delle correnti. Ma dopo la partita contro il Chievo può ben dire di aver visto la terra.
A Verona – complice l’infortunio contro il City al legamento del ginocchio di Ghoulam – Mario Rui ha disputato la sua prima gara da titolare con la maglia del Napoli. Un traguardo tagliato dopo appena 12 giornate e soli 3′ disputati (quelli nella partita casalinga contro il Cagliari quando prese il posto proprio dell’algerino nel finale). Lui, arrivato in estate dalla Roma dopo essere stato lanciato da Maurizio Sarri nel calcio della serie A con la maglia dell’Empoli, ci ha messo un po’ per entrare nei meccanismi ben oleati del Napoli, e adesso per forza di cose si ritrova ad essere l’unico terzino sinistro di ruolo a disposizione dell’allenatore toscano.
La pausa di campionato per gli impegni delle nazionali è stato il giusto toccasana per consentire a Mario Rui di lavorare al meglio con l’obiettivo di farsi trovare pronto in vista della gara di sabato sera contro il Milan. Già, perché la sua prima da titolare – quella dello scorso 5 novembre al Bentegodi – è durata 65′. Poi l’ingresso di Maggio (con relativo spostamento di Hysaj da destra a sinistra) è stata la dimostrazione pratica del suo stato di forma ancora tutto in divenire. In questi giorni, però, ha lavorato tanto e bene. Soprattutto sulla corsa e sull’aspetto atletico, quello che secondo Maurizio Sarri gli mancava per colmare il gap che lo divideva dal resto del gruppo.
È per questo che durante la stagione era stato utilizzato solo per quei 3 minuti contro il Cagliari. Non ancora al top di una condizione che per forza di cose adesso non potrà avere ulteriori cali.
Quello contro il Milan può già essere un banco di prova importante. Utile per dimostrare di essere ancora quello dei tempi dell’Empoli, ovvero quando Sarri lo fece esordire il 31 agosto del 2014 inserendolo al posto di Hysaj. Una staffetta che non si è praticamente mai più ripetuta perché i due sono diventati i punti fermi della linea a quattro di quell’Empoli. Elseid da una parte e Mario dall’altra. Più di 100 presenze per il portoghese con quella maglia che ha lasciato solo un’estate fa per approdare alla Roma.
Lì dove era arrivato con le stigmate del protagonista designato e ha finito la stagione da comprimario (solo 10 presenze tra campionato e coppe) complice un grave infortunio al ginocchio che l’ha tenuto fermo per quasi tutto il campionato. Anche lui il crociato, quello stesso problema che ora costringe ai box Ghoulam, il titolare di diritto per il ruolo di terzino sinistro del Napoli.
Mario Rui ha imparato cosa vuol dire la sofferenza e saper aspettare il proprio momento. Sono stati mesi difficili (prima alla Roma e poi la tanta panchina a Napoli), ma ora è tempo di riprendere la rotta che sembrava smarrita. Come un vero navigatore. Come Vasco da Gama, diventato famoso per aver doppiato il Capo di Buona Speranza: quale nome più indicato per augurarsi una ripresa fortunata.
Fonte – Il Mattino