“Noi sapevamo di essere dietro Reina, Sepe doveva aspettare il suo turno e poi eventualmente sarebbe stato chiamato in causa – spiega Giuffredi a ‘Radio Kiss Kiss Napoli’ – A questo punto, nel mercato invernale verranno fatte le dovute valutazioni, visto che Sepe è uno dei portieri italiani giovani più forti. Sinceramente mi dà fastidio vedere che non si riesce a capire il livello ed il talento di Sepe. A gennaio faremo le nostre valutazioni, decideremo se continuare con il Napoli o andare via. E’ un po’ come è successo per Valdifiori: o il Napoli ci crede o va via a titolo definitivo”.
FUTURO – Le ultime notizie sul mercato Napoli parlano quindi di un possibile addio definitivo di Sepe. Giuffredi spiega: “A gennaio penseremo al futuro. Dobbiamo capire anche quanta voglia ha il Napoli di credere in Sepe visto che Reina non è eterno: vederlo in tribuna ad Istanbul contro il Besiktas mi ha fatto fare delle riflessioni. Dobbiamo capire quanto il Napoli in futuro punti su Sepe. Se non esiste questa volontà, è inutile continuare fino a giugno. Sepe è un grandissimo portiere, dispiace se qualcuno lo sottovaluta o non gli dà le giuste attenzioni. Ci devono essere delle gerarchie, che però al Napoli si sono fermate al primo portiere. Non si è andati oltre, non c’è stata chiarezza sul secondo e sul terzo portiere. Non credo che Reina starà a Napoli altri 3-4 anni, bisogna capire anche in futuro il Napoli cosa vuol fare con Sepe. Da questo si capiscono tante cose, dalla situazione contrattuale allo spazio che può avere”.
LE GERARCHIE – L’obiettivo del giovane portiere non è giocare titolare: “Sia ben chiaro, non sto dicendo che Sepe vuole giocare titolare perchè siamo consapevoli che davanti c’è Reina e sappiamo aspettare il nostro turno – prosegue Giuffredi – Le panchine in Champions non sono un’indicazione, coi giocatori si parla sempre in modo chiaro per chiarire il loro ruolo all’interno della squadra. Non creare gerarchie e non dare certezze ai giocatori non è costruttivo. Quando vedo che in Turchia Sepe va in tribuna non è normale. Al Milan o alla Juventus o in altre squadre non c’è una situazione del genere. Il secondo è secondo, punto”.