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Giuffredi a Il Mattino: “Hysaj ha detto no alla Juve per vincere con il Napoli”

È stato il mercato delle fughe, dei no, non mi alleno, degli aut aut dei calciatori ai presidenti. Mario Giuffredi, 41 anni, napoletano, uno dei procuratori più influenti in Italia, è stato uno dei primi a mettere un club con le spalle al muro.
Perché minacciò l’Atalanta di non far presentare Conti in ritiro?
«Era una provocazione, nulla di più. Era per forzare il discorso cessione con l’Atalanta. Peraltro era solo una mia strategia, perché tanto Conti stava giocando gli Europei con la Nazionale under 21 che finivano il 30 giugno, pertanto lui prima di fine luglio non si sarebbe dovuto presentare in ritiro perché aveva 25 giorni di ferie e in quello spazio di tempo avevo la possibilità di cederlo al Milan prima di fine luglio».

Quest’anno, forse, si è esagerato?
«Sì, decisamente. Io non avrei mai detto a Conti di rifiutare di allenarsi o di non andare in campo ad agosto. Certe strategie possono avere un valore magari durante il mese di giugno e fino all’inizio della partenza per il ritiro, ma non dopo perché ci sono delle regole che noi e i calciatori per primi dobbiamo seguire e rispettare. C’è chi ha forzato troppo la mano, non farsi convocare per una partita è una cosa inaccettabile. Se uno non si presenta, un club bene farebbe a non pagargli lo stipendio».

Ma non è che ora voi procuratori avete troppo potere?
«Spesso veniamo considerati come dei prepotenti o come coloro che rovinano le carriere ai calciatori, in realtà chi decide il futuro di un giocatore è lo stesso giocatore, noi possiamo solo consigliarli nelle strategie e nelle scelte da farsi».

E basta?
«Vi parlo di Hysaj: la Juve mi chiama e mi chiede di lui. Io ascolto e riferisco al ragazzo. Non mi dà margini neppure per aprire una trattativa perché mi dice che lui non pensa affatto di lasciare il Napoli e che vuole restare al Napoli, per vincere lo scudetto lì. Nessuno avrebbe potuto cambiare la sua volontà».

Una curiosità: questi cinesi del Milan sono una realtà solida sotto il profilo finanziario?
«Il nostro è un Paese dove l’arte principale è quella di pensare male. Il Milan è una società spettacolare, con due dirigenti straordinari come Fassone e Mirabelli. Ed è un realtà economicamente impressionante».

Non è che i ragazzi di oggi pensano solo a guadagnare tanti soldi il prima possibile?
«Per il mio modo di interpretare il calcio l’aspetto tecnico si muove di pari passo con l’aspetto intellettuale e culturale. Le famiglie spiegano ai figli i veri valori. Conti ne è un esempio: ha avuto pazienza, non ha fatto passi falsi e da mille euro al mese ora è al Milan».

Al Napoli lei ha Rui, Sepe e Hysaj.
«Ecco, Mario Rui. Non ero convinto di portarlo a Napoli. Ma anche qui è stato il giocatore a decidere. Giuntoli ha fatto quasi stalking su di lui, lo ha chiamato almeno 10 volte al giorno, è andato a casa sua per convincerlo».

Che pensa del mercato degli azzurri?
«Mercato intelligente, Giuntoli voleva migliorare le coppie e lo ha fatto».

Verratti ha lasciato Di Campli dopo un lungo matrimonio, Insigne sembra in rotta con i suoi storici agenti.
«I calciatori dimenticano alle svelta l’importanza di chi è stato al loro fianco durante i primi passi. Poi è normale che in un percorso fatto insieme tra agente e calciatore bisogna sempre valutare i comportamenti dell’uno e dell’altro».

 

Fonte – Il Mattino