L’estate scorsa ha lavorato duramente e su più tavoli, ballando tra Torino e Napoli, per chiudere l’operazione che in definitiva ha condotto Mirko Valdifiori in granata. «E’ stata una lunga e faticosa trattativa soprattutto sponda Napoli – ricorda l’agente del regista, Mario Giuffredi -. Avere a che fare con Cairo e Petrachi però è stato un piacere: sono due persone serie e con le idee chiare. Il ds ci mette un minuto a chiudere un discorso, e nel calcio di oggi, dove va di moda cambiare opinione ogni giorno, è merce rara».
Mario Giuffredi, il bilancio della prima stagione in granata di Valdifiori?
«Fino a dicembre molto positiva, poi ha avuto qualche problema anche legato alle ferite ai piedi che lo hanno costretto a qualche stop. Nel complesso è stato un buon campionato, per Mirko, ma non del tutto soddisfacente».
Al primo ne farà seguito un secondo?
«Sono certo, diciamo quasi certo che resterà nel Torino».
Sarà un Toro ancora con Belotti quale terminale offensivo?
«Se vuole davvero andare in Europa deve confermare il suo centravanti, ma è anche vero che a certe offerte non si può dire di no. Sarebbe bello vedere il Gallo nell’attacco del Toro per almeno un altro anno, penso che Belotti abbia tutto per ripetersi, però non so se sarà possibile. Se comunque Cairo dovesse incassare 100 milioni e investirne una buona parte sul mercato, il Torino potrebbe rimanere competitivo al di là della permanenza di Belotti».
All’ombra di Valdifiori sta maturando Lukic: a che punto è la crescita del giovane serbo?
«Ha qualità evidenti, e Mirko me lo ha detto fin dai primi allenamenti nei quali lo ha visto all’opera. Forse sarebbe stato opportuno fargli fare un passaggio in un club meno importante rispetto a quello granata. Petrachi sa bene quale percorso fargli prendere, ma per fare un esempio lo vedrei bene nella Spal, club neopromosso dove Lukic potrebbe crescere al meglio».
Dove va rinforzata la squadra affinché possa traguardare l’Europa?
«Può decisamente migliorare in difesa, in particolar modo in posizione centrale».
Un giocatore da Toro?
«Il “mio” Grassi, un centrocampista che Petrachi stima da tempo. Nell’ultimo anno e mezzo è stato frenato da qualche infortunio, ma a mio avviso resta uno tra gli interni più promettenti in circolazione».
Conferma importante, la sua. Le piacerebbe affidare un altro giocatore a Mihajlovic?
«A occhi chiusi. Valdifiori ne ha grande stima perché è una persona coerente, seria, che parla a quattr’occhi. E poi, aspetto fondamentale, è un allenatore che migliora i calciatori. Nel corso dell’ultima stagione ho avuto modo di apprezzarlo: l’interesse che aveva manifestato nei confronti di Valdifiori era stato importante per sbloccare la trattativa. E nel corso del campionato Mihajlovic ha dimostrato di credere nel giocatore, ha insistito con Mirko anche quando, nelle prime uscite, doveva prendere confidenza con la nuova realtà».
L’uomo in più del Toro che verrà?
«Ljajic. E’ reduce da una buona annata, e sono certo che la prossima, per il serbo, sarà quella della definitiva consacrazione, in granata. Anche perché inizierà in posizione centrale, dove rende di più e dove ha giocato nella parte finale dell’ultima stagione».